sabato 14 settembre 2013

Ah si!

Tornare a casa in macchina, da sola, con i pensieri ritmati da Prince "Sign of The Time". Entrare in casa e vedere, in fondo al corridoio, il proprio riflesso. Vedere il vestito, i tacchi, lo smuoversi di un orecchino. E lì davanti allo specchio riascoltare dentro di sé il nastro di un racconto. Sentirne di nuovo l'assoluto vuoto. Avvertire di nuovo la fitta di delusione per la scoperta di bugie nuove e vecchie. Di bugie inutili. Di modi superficiali di fare e di modi egocentrici di raccontare. E allora sempre lì davanti col vestito nero e i tacchi guardarsi, sorridersi e pensare che ci saranno altre uscite, altre musiche e altre fitte, altre bugie ma ci sarà sempre una sola persona che può decidere. Si chiama Francesca quella persona lì. Quella che può decidere se accettare o meno. Stasera per esempio si sorride e va a dormire. Ah si, non ve l'ho detto, ha deciso che non accetta.

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