venerdì 9 novembre 2007

Emancipazione. Storia di una vita, di Kate Chopin

C'era una volta un animale nato in questo mondo che, aprendo gli occhi alla Vita, aveva visto al di sopra e intorno a sé quattro pareti che lo circondavano: davanti gli stavano delle sbarre di ferro attraverso le quali, dall'esterno, penetravano aria e luce. Questo animale era nato in una gabbia.
Qui esso crebbe, prosperando in vigore e in bellezza per le cure di un'invisibile mano protettrice. Quando aveva fame, c'era sempre del cibo alla sua portata. Quando aveva sete gli veniva offerta dell'acqua, e quando sentiva il bisogno di riposare c'era un giaciglio di paglia su cui adagiarsi: e qui, leccandosi le forti membra, gli piaceva crogiolarsi ai raggi del sole che credeva esistesse soltanto per rischiarare la sua dimora.
Destandosi un giorno dal suo sonno indolente, oh meraviglia! la porta della gabbia era spalancata: si era aperta per caso. Si rannicchiò in un angolo, sorpreso e tremante. Poi, adagio adagio, si avvicinò alla porta, temendo l'inconsueto, e l'avrebbe richiusa, senonché le sue membra erano inadatte al compito. Allora mise la testa fuori dall'apertura e vide il baldacchino del cielo farsi sempre più vasto, il mondo crescere sotto i suoi occhi.
Torna al suo cantuccio, ma non per riposare, perché l'incantesimo dell'Ignoto, l'ha colpito, e poi si avvicina alla porta aperta, una volta, due volte, e ogni volta vede più luce.
Ancora una volta se ne lascia inondare; trae un profondo respiro, tende le membra vigorose e con un balzo si allontana.
Corre avanti, in una fuga pazza, noncurante delle ferite e delle lacerazioni che si procura agli agili fianchi...guarda, fiuta, tocca ogni cosa; si ferma persino a immergere le labbra nella malsana sorgente infetta, fidando che sia buona.
Quando ha fame non c'è cibo se non quello che riesce a procurarsi, spesso con dura lotta; e le sue membra si sono stremate prima di raggiunger l'acqua che disseta la sua gola riarsa.
Così esso vive, cerca, scopre, gioisce e soffre. La porta aperta dal caso è tuttora spalancata, ma la gabbia resta vuota, per sempre!
(in: K. Chopin, Storia di un'ora, Torino 1981, pp. 3-4)

Recentemente ho letto della stessa autrice Il risveglio che mi ha piacevolmente sorpreso (come ho anche commentato su Anobii). Un romanzo molto chic e rarefatto nella migliore tradizione borghese di fine '800 che affronta però una tematica, quella dell'emancipazione femminile, altrettanto molto poco convenzionale visto il momento in cui fu scritto. All'epoca fece scandalo e Kate Chopin subì diversi attacchi. Questo racconto è un po' il seme da cui è germogliato e sbocciato quel romanzo e mi è piaciuto quindi riportarlo qui...

1 commento:

Anonimo ha detto...

good start