giovedì 15 maggio 2008

ululati

Questa mattina Iqbal mi ha chiesto se conoscevo la differenza tra il tollerante e il razzista. Gli ho risposto che il razzista è in contrasto con gli altri perché non li crede al suo livello, mentre il tollerante tratta gli altri con rispetto. A quel punto si è avvicinato a me, per non farsi sentire da nessuno come se stesse per svelare un segreto, e mi ha sussurato: «Il razzista non sorride!».

Questo libro mi incuriosiva. Che cosa fosse che mi incuriosiva di preciso non lo so: forse il fatto che me ne avevano parlato bene o forse l'edizione (ho una passione per le edizioni e/o in generale e per le copertine della collana Assolo in particolare). Non lo so. So solo che era da un po' che lo volevo leggere. E l'ho fatto. L'ho preso in biblioteca e l'ho letto. Me ne avevano parlato come di un romanzo giallo per cui io mi aspettavo un intreccio giallo più o meno tradizionale ambientato in uno dei luoghi simbolo della Roma multietnica: piazza Vittorio all'Esquilino. E in fondo è così. Cioè se mi chiedessero di descrivere questo libro direi: è un giallo ambientato in uno dei luoghi simbolo della Roma multietnica: piazza Vittorio all'Esquilino. Solo che poi a dire così manca qualcosa. Manca quello che questo libro è davvero. Perché si c'è un delitto, c'è un sospettato, ci sono tanti personaggi e tante verità. Però c'è anche molto di più. C'è Parviz l'iraniano che odia la pizza e la pasta e che passa il suo tempo a dar da mangiare ai piccioni in compagnia di un fiasco di vino. C'è Benedetta la portiera napoletana, una tutta San Gennaro, Totò e Giulio Andreotti, fissata con l'ascensore. La classica lingua lunga. C'è Iqbal, il bengalese, che ha fondato una cooperativa e aperto un negozio, che si è convinto a mandare la moglie a una scuola di italiano e che ha deciso di chiamare il figlio Roberto perché non ci siano più problemi a capire quale è il nome e quale è il cognome. C'è Elisabetta Fabiani che, dopo l'abbandono del figlio, vive con il cane e per il cane. Almeno fino a quando anche il cane sparisce. C'è Maria Cristina la badante peruviana che ha solo pochi minuti al giorno per andare a fare la spesa, che passa le sue giornate davanti alle soap opera, che ingrassa a vista d'occhio, che piange quando la televisione si guasta e che aspetta la domenica per mangiare con gli altri peruviani alla stazione, la domenica per fare l'amore. C'è Antonio Marini, il "Professor" Antonio Marini, milanese, molto professore e molto milanese, che si è trasferito a Roma per lavoro, ma con la mente e con il cuore è rimasto a Milano. C'è Joahn lo studente olandese innamorato del neorealismo italiano che dei personaggi della piazza e del palazzo vorrebbe fare un film. C'è Sandro, il romanista, il classico proprietario di bar. C'è Stefania, innamorata del Sahara e dei figli del Sahara che lavora in un'agenzia di viaggio e insegna l'italiano agli stranieri. C'è Abdallah, algerino, che è orgoglioso del proprio nome e delle proprie tradizioni, e che sa. E poi c'è Ahmed/Amedeo il vero protagonista, quello a cui tutti vogliono bene, quello che non è assolutamente possibile che sia straniero perché parla così bene l'italiano, è così educato, gentile, per bene. Quello che però è anche il sospettato. Infine c'è l'ascensore, il luogo del delitto, l'oggetto intorno a cui si muovono i personaggi, intorno a cui si scatenano tutti i litigi e le incomprensioni.
Non vi racconto di più, è già anche troppo. Dico solo che l'intreccio giallo in realtà è appena abbozzato, è uno sfondo su cui far agire un'umanità variegatissima, a tratti divertente, a tratti irritante, a tratti dolorosa, a tratti surreale. Si legge questo libro ed è come se si vivesse la propria vita perché è un po' come quando si sale sull'autobus e si ascoltano i discorsi delle persone che ci stanno intorno: luoghi comuni a non finire, qualunquismi, stupidaggini alternati però a momenti di intelligenza e di divertimento.. E in questo un plauso va all'autore, Amara Lakhous, che in maniera del tutto originale è riuscito a ricreare davvero tante voci, tante realtà, tanti volti. E' riuscito a coglierli nella sua vita e a ricrearli intatti sulla pagina.

Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio : romanzo / Amara Lakhous. - Roma : e/o, 2006. - 189 p. - (Assolo). - ISBN: 8876417168

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