"Questa mattina, appena in piedi, mi sono guardata allo specchio. Ero un'altra: ho visto un'espressione che non conoscevo, uno sguardo che mi nascondeva qualcosa. Non ero io, o almeno non quella che riconosco volentieri; ero invece la rappresentazione di quello che vorrei evitare" (M. Vitti)
lunedì 14 luglio 2008
forte come un fulmine, sottile come la nebbia
Miriam - Vivi una vita normale finché qualcosa, a volte forte come un fulmine, a volte sottile come la nebbia, ti colpisce o ti avvolge: e il campo torna. (p. 327)
Questa è soltanto una delle tante frasi, citazioni, che si possono trarre da questo libro davvero straordinario, ma in questo momento mi pare anche la più adatta a spiegare quello che mi ha colpito di più in questa lettura.
Le reaparecide. Sequestrate, torturate, sopravvissute al terrorismo di Stato in Argentina. Con un titolo così inizi a leggere che provi già un po' di timore. Sai che ci troverai testimonianze dirette di una pagina della Storia che sembra quasi riduttivo definire buia. Cerchi di prepararti a quello che ti aspetta. Poi però succede che ti rincuori un po', perché giri la prima pagina e vedi una foto piuttosto piccola che raffigura cinque donne intorno a un tavolo, in mezzo a loro spuntano un thermos e un mate. Allora tiri un mezzo sospiro di sollievo e pensi che se loro la storia se la son raccontata così intorno a un tavolo, davanti ad un mate allora sapranno raccontarla con dolcezza anche a te. Speri in fondo di evitarti un eccessivo coinvolgimento emotivo. Se le guardassi bene però ti accorgeresti che i loro sorrisi non sono distesi, non sono aperti, ma in quel momento lì non te ne accorgi, hai bisogno di tranquillizzarti e quindi un thermos e un mate quasi bastano a farlo. Poi giri ancora pagina e la storia prende forma. Piantine di stanze, mappe: qui c'era l'Altillo, qui c'era il Dorado, la capucha, la capuchita, la pecera. Leggi, cerchi di interpretare, ma ancora non capisci bene; perché sarà dopo, dopo che hai letto, che avrai ben presente che cosa hanno rappresentato il Dorado e l'Altillo nella ESMA, che cosa era la Pecera, e che cosa ha significato portare una capucha.
Giri ancora ed è finalmente l'ora di iniziare a leggere e quello che ti ritrovi davanti non è un romanzo, non è un saggio storico, non è un'intervista ma la trascrizione di incontri, voci che si susseguono regolari. Sono le trascrizioni degli incontri che cinque donne, Munù, Cristina, Liliana, Miriam, Elisa, cinque reaparecide della ESMA per l'appunto, hanno fatto a casa di una di loro per ricordare, probabilmente per aiutarsi reciprocamente a ricordare.
Ne vien fuori una lettura fortemente impegnativa. Impegnativa perché ci devi mettere un po' tutto per andare avanti: la testa per capire, il cuore per cercare anche solo da lontano di avvicinarti a questa donne e spesso anche lo stomaco per sopportare. Ne vien fuori un'esperienza cruda e crudele. Dove la crudeltà non sta tanto nella descrizione morbosa delle torture, dei soprusi fisici. No. Sembra quasi paradossale ma questi, anche se ci sono, non li avverti quasi, perché te li raccontano davvero quasi con pudore. La crudeltà sta nel capire l'impatto interiore che questa esperienza ha avuto. Nel vedere la crudeltà e la brutalità dei ricatti psicologici a cui queste persone sono state obbligate. Nel cercare anche solo di immaginare che cosa possa aver significato stare sedute ad un tavolo di ristorante davanti ad una frittura di pesce con chi fino a pochi minuti prima ti ha torturato, con chi pochi minuti prima ha ucciso un tuo compagno, se non il tuo compagno. La crudeltà sta nel percepire la pesantezza di questa capucha e nell'avvertire la difficoltà (che a tratti diventa quasi impossibilità) a toglierla del tutto. La crudeltà sta nel capire il senso di colpa di chi è rimasto, nei confronti di chi non c'è più. Personalmente l'ho trovato agghiacciante, forse anche di più che se mi fossi trovata davanti ad un racconto più diretto, più brutale.
Questa è stata una lettura che mi ha impegnato a lungo e che mi ci vorrà molto a metabolizzare. Una lettura però che sono molto felice di aver portato a termine perché l'ho trovata necessaria, di quelle che a mio avviso non si può fare a meno di fare. Il mio grazie a queste cinque signore straordinarie per i sabati che ci hanno voluto donare e per i loro ricordi che hanno voluto condividere tra sé e con noi che li abbiamo letti; e i miei complimenti a chi ne ha realizzato l'edizione italiana perché la cura traspare davvero pagina dopo pagina. Ho saputo (e mi è stato anche confermato) che l'edizione italiana è esaurita. Un vero peccato.
Le reaparecide : [sequestrate, torturate, sopravvissute al terrorismo di Stato in Argentina] / Munù Actis, Cristina Aldini, Liliana Gardella, Miriam Lewin, Elisa Tokar ; tradotte da Fiamma Lolli. - Milano : Stampa alternativa, c2005. - (Eretica speciale). - ISBN: 8872268672
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