lunedì 6 ottobre 2008

inventari di abissi


La poesia
racconta abissi che a volte
la prosa tace

Ci si potrebbe fermare qui e non scrivere altro, ma questo libro di Mario Benedetti l'ho trovato talmente prezioso che voglio andare oltre e provare a dire qualcosa di mio. Inventario, sottotitolo Poesie 1948-2000, è il racconto di una vita. Anzi forse è anche più del racconto di una vita; è il rivivere la propria vita cercando di dare il giusto valore alle cose, alle esperienze che si è vissuto, ai maestri avuti, ai volti incontrati. Lo leggi (e in parecchi punti lo rileggi più e più e più volte) ed è come quando sei in casa tua e ti ritrovi a mettere ordine tra le tue cose e soprattutto tra i tuoi fogli. Un po' di musica calma, ti siedi a terra e inizi. Li guardi, li leggi, qualcuno lo butti senza neanche pensarci troppo magari facendolo anche a pezzettini, qualcosa è pura burocrazia, su qualcuno sorridi, su altri ridi proprio, su altri ancora ti commuovi. Inizi a fare i mucchietti e in un certo senso archivi, rielabori e rivivi, camminando sul crinale tra l'assoluta piacevolezza e il dolore che sono propri di ogni atto di memoria. Ecco, a mio avviso, Inventario. Poesie 1948-2000 di Mario Benedetti è un po' questo; o almeno è quello che questo libro ha trasmesso a me.

C'è il Mario Benedetti scelto da Mario Benedetti in questo libro. Dalla totale e voluta assenza delle poesie della prima raccolta La víspera indeleble - dicendola con Juan Cunha "un brutto libro di un bravo poeta" - alle poesie per il "mio fratello amico" Zelmar Michelini (Formas de la pena), sequestrato e ucciso nel 1976 a Buenos Aires; dalle poesie per Luz moglie/compagna di una vita (assolutamente da leggersi la straordinaria Bodas de perlas) al Borges che in poesia diventa Poeta menor; dalle Piedritas en la ventana, che l'allegria fa ticchettare alle finestre, e dalla leggerezza e compostezza di alcuni haiku, alle più mature e dolorose riflessioni sulla morte sull'uomo e su Dio. Dal quotidiano più quotidiano, ad un'analisi introspettiva che spicca per l'assoluta franchezza, da momenti di pura e poetica fantasia ad uno sguardo sul mondo accurato e feroce. Dall'amore alla morte; dall'esilio all'incanto puro. In un linguaggio enigmatico e complesso nella sua semplicità. Da leggere e assaporare verso a verso, parola a parola.

[parlando di esilio...]
Altro cielo

la stranezza di un cielo che non è il tuo
(Cesare Pavese)


Non esiste una spugna per lavare il cielo
ma anche potendo insaponarlo
per poi gettarvi secchiate di mare
e appenderlo al sole ad asciugare
ti mancherebbe sempre un uccello silente

non esistono metodi per toccare il cielo
ma anche se ti allungassi come una palma
e riuscissi a sfiorarlo nel tuo delirio
per sapere infine come è al tatto
ti mancherebbe sempre una nube di cotone

non esiste un ponte per varcare il cielo
ma ammesso che riuscissi ad arrivare all'altra sponda
a forza di ricordi e di pronostici
e tu comprovassi che non è così difficile
ti mancherebbe sempre il pino del tramonto

questo si tratta d'un cielo che non è il tuo
per quanto impetuoso e lacerato
invece quando sarai in quello che sì ti appartiene
non lo vorrai lavare né toccare né varcare
ma troverai l'uccello la nuvola e il pino.


Questo libro di Mario Benedetti l'ho avuto per quasi due mesi in borsa, è stato sul mio comodino, sul tavolino vicino al divano, sul divano e nel letto. L'ho scorso velocemente, l'ho letto, ho saltato avanti e indietro tra le sue pagine. Mi ci sono addormentata ritrovandolo poi sotto il cuscino. Ci ho riflettuto e confesso mi ci sono anche commossa. Adesso rimarrà tra i libri che stanno ben incisi nella mia memoria e che tengo lì pronti per essere riletti prima o poi.

* Inventario : poesie 1948-2000 / Mario Benedetti ; a cura di Martha L. Canfield ; introduzione di Manuel Vázquez Montalbán. - Firenze : Le Lettere, 2001. - 304 p. - (Il nuovo Melograno ; xlix). - Testo spagnolo a fronte. - ISBN: 8871665775

1 commento:

CalMaFdd ha detto...

be', mandami una mail e te lo scarico. cià