martedì 4 dicembre 2012

ostacoli

Stasera a yoga abbiamo fatto un esercizio di quelli difficili. Di quegli esercizi in cui assapori la quintessenza di questa disciplina straordinaria, ovvero l'imparare a guardarsi da fuori e soprattutto il forzarsi a farlo. Giocare di millimetri, giocare a prendere proprio quel punto lì del corpo e fargli fare quello che vuoi, senza perdere il controllo del respiro, senza perdere il controllo della testa che non deve volare ma stare lì, fissa sul quel millimetro, presente, e soprattutto senza tirare le labbra ma cercando sempre di rilassarle e aprire un sorriso. Per niente banale in effetti.
Era difficile quell'esercizio lì e quando abbiamo finito abbiamo parlato un po' tra noi. Allora la maestra ha iniziato a parlarci degli ostacoli fisici che sentiamo e che sono lì evidenti, li vediamo, li guardiamo e cerchiamo di andare quel pochino oltre. E mentre parlava io ho pensato che non sono solo quelli fisici gli ostacoli che sentiamo chiari. Che io ho ben chiari gli ostacoli emotivi che ho in questo periodo, che magari li abbellisco, ci metto le piantine sui miei muretti interni, ma sempre ostacoli sono, sempre muretti sono e soprattutto sempre lì sono. E forse devo fare lo stesso che con gli esercizi di yoga, guardarli da fuori, dargli la giusta prospettiva e non pensare di prenderli e eliminarli di un botto, ma un millimetro dopo l'altro andare avanti.
La testa sulle ginocchia ormai mi arriva sempre, anche a freddo, magari arriverà anche il momento che mi sentirò un po' più serena e consapevole di me. Spero ecco.

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