venerdì 26 ottobre 2007

La vita è come un dente, di Boris Vian

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La vita è come un dente / Boris Vian ; traduzione e cura Pasko Simone. - Roma : Stampa alternativa, 1999. - 93 p. - (Margini ; 1). - ISBN: 8872264766


Extraordinare...

Si tratta di una raccolta di poesie e prose di Boris Vian. In realtà l'ho letto la settimana scorsa (o forse anche quella prima)... tutto d'un fiato... ma ancora non riesco a toglierlo dal comodino o dalla borsa (a seconda che sia in casa oppure in giro) perché mi vien la voglia di riaprirlo per rileggere qualcosa, o forse anche semplicemente per rigirarmelo fra le mani. Un misto di acutezza, voglia di scandalizzare (a volte talmente eccessiva da lasciar davvero senza fiato), ironia... come è davvero raro incontrare.


I fratelli

Lungo un banale sentiero
Dalle parti della Somme
Passavan quattro uomini
E neppure un caporale.

Il primo si chiamava Giulio.

Installava grondaie e riparava vetrate
E nella vita privata faceva il sonnabulo
E tutti i lundì mattina aveva mal di capo
Giacché è soltanto nei fine settimana che si sta bene.
Capelli riccioluti
Naso dritto ed occhi azzurri
Una bocca ordinaria, il mento rotondo
Taglia: unmetrosessantadue
Segni particolari: nessuno
Un giorno fece conoscenza
Con una ragazza niente male.
Non era come le altre.
Visto che egli propendeva per la decenza
E che essa voleva restare virtuosa
Fecero da parte loro quel che si fa anche da parte nostra:
Ed ebbero pertanto due pargoletti senza alcuno sforzo.

Il secondo si chiamava Vittorio.

Vendeva cravatte e pietrine d'accendino
E nella vita privata soffriva a cagion dei calli
E tutti i lunedì mattina si scolava un bel po' d'acqua
Giacché è soltanto nei fine settimana che si sta bene.
Il suo naso? Un arco di nulla
Occhi neri, capelli neri
Bocca ordinaria, mento rotondo
Taglia: unmetrocinquantotto
Segni particolari: nessuno
Un giorno mentre se ne andava al lavoro
Una fanciulla dallo sguardo conturbante
Sul suo stesso cammino si trovò guarda caso a passare
E ciò fece uscire dai soliti binari
Il treno dei suoi sentimenti.
Si accasarono il giorno dopo.
E tutti i sabato sera se la spassavano al bibliardo.

Il terzo si chiamava Leone.

Era un cane di dentista e viveva solo di cicche
E nella vita privata aveva delle visioni.
E tutti i lunedì mattina aveva la bocca molto secca
Giacché è soltanto nei fine settimana che si sta bene.
I suoi occhi avevano dei riflessi verdi
I capelli erano castani, il naso a trombetta
La bocca ordinaria, il mento rotondo
Taglia: unmetrosessantasette
Segni particolari: nessuno
Un bel giorno ebbe il privilegio
Di avventurarsi per caso
Nella stanza della sua domestica
Che viveva al sesto piano.
D'allora ci tornò tutte le sere.
Essa divenne così tanto fannullona
Che lui fini per offrirle il suo letto e pagarle una cameriera.

L'ultimo si chiamava Michele.

L'ultimo si chiamava Michele e faceva il cuoco
E nella vita privata soffriva di renella
E tutti i lunedì mattina gli doleva la mascella
Giacché è soltanto nei fine settimana che si sta bene.
I suoi capelli erano d'un rosso scuro
Naso medio, occhi bruni
La bocca ordinaria, il mento rotondo
Taglia: unmetrottanta
Segni particolari: nessuno.
Un giorno gli capitò la fortuna
Di allacciare delle relazioni con la bella Marinetta
Che esercitava - ma con coscienza -
Di modista la professione
Per essa concepì la famosa ricetta
Del crostino d'organza alla salsa merlettata.

Poiché erano buoni fratelli, si vestivano allo stesso modo
Un sudicio pantalone, ignobili scarponi
Un cappottaccio di stoffa cavallina
Un fucile unto e bisunto, delle fasce gambali,
Un comico casco e una borraccia per la sete.
Poiché erano buoni compagni non si separavano mai:
Mettevano ogni cosa insieme e ogni cosa condividevano:
Naso arcuato, naso medio, naso dritto, naso a trombetta,
Bocca ordinaria e mento rotondo.

E quindi da un bel pezzo,
Poiché erano buoni fratelli, si vestivano allo stesso modo:
E non era proprio il caso di essere invidiosi:
tanto c'era riservato per ognuno di loro, un buon metro di terra

Con sopra una piccola croce.

Segni particolari: nessuno

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