"Questa mattina, appena in piedi, mi sono guardata allo specchio. Ero un'altra: ho visto un'espressione che non conoscevo, uno sguardo che mi nascondeva qualcosa. Non ero io, o almeno non quella che riconosco volentieri; ero invece la rappresentazione di quello che vorrei evitare" (M. Vitti)
mercoledì 9 gennaio 2008
Un bambino prodigio, di I. Némirovsky
Un bambino prodigio / Irène Némirovsky ; prefazione di Elisabeth Gille ; traduzione di Vanna Lucattini Vogelmann. - 2. ed. - Firenze : Giuntina, 2007. - 65 p. - (Schulim Vogelmann ; 54). - ISBN: 9788880570189
Irène Némirovsky è stata una scrittrice straordinaria. Di quelle di cui è anche un po' scontato rimarcare e rimpiangere le potenzialità inespresse. Si perché Irène Némirovsky morì ad Auschwitz nel 1942 a 39 anni. Dai suoi romanzi più famosi e strutturati (David Golder, Jezabel e Suite francese) ai racconti è stata infatti svelatrice di un mondo a cavallo tra tradizione e modernità, tra est e ovest, tra cultura francese e cultura russa, tra maschile e femminile davvero davvero incantevole.
Un bambino prodigio non fa eccezione. E' un racconto lungo scritto nel 1926 a soli 23 anni e pubblicato l'anno successivo col titolo L'enfant genial sulla rivista Les Oevres libres (*). E' un racconto che si legge in un soffio, in un pomeriggio e che poi in futuro si avrà forse voglia di rileggere.
E' la storia di Ismaele Baruch, il bambino prodigio, colui che è capace di trovare in sé parole di sogno, di produrre suoni meravigliosi, melodie incantatrici. Il dono però finisce e la magia si interrompe. Tutto cambia intorno a Ismaele che si ritrova a fare i conti col suo essere semplicemente un uomo, un uomo normale, a rendersi conto di non aver alcun dono particolare o prezioso e di essere stato per molto tempo niente più che un oggetto da esibire, quasi un animale da circo. E la normalità a volte fa paura...
io ho trovato molto belle le pagine che descrivono Ismaele nella biblioteca... e magari uno di questi giorni ne riparlo un po'
Gli altri libri di Irène Némirovsky
(*) molto carino e d'atmosfera è, nella prefazione di Elisabeth Gille, il racconto dell'incontro fra l'editore e Irène.
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