lunedì 18 febbraio 2008

pensare i propri pensieri

Un libro per bambini? Si, forse si. Un libro per adulti? Sicuramente anche. L'inventore di sogni è un libro delizioso il cui protagonista è un bambino di poco più di dieci anni chiamato Peter Fortune. E infatti, proprio come dice il suo nome, Peter è davvero fortunatissimo. Ma non perché sia un bambino straordinariamente sopra la media oppure molto bello o molto intelligente.. E' fortunato perché la sua testa è capace di creare mondi di fantasia straordinari, perché è capace di non annoiarsi se non ha niente da fare semplicemente mettendosi a fantasticare, perché è capace di fare collegamenti. Nascono così capitolo dopo capitolo alcune delle sue avventure che possono essere lette di seguito come fossero un unico romanzo, oppure una per una come tanti racconti brevi: la carica delle bambole, con la Cattiva in testa, che reclamano una camera tutta per sé e un trattamento più umano; la giornata da gatto con l'ultima feroce battaglia vincente; la pomata svanilina che fa sparire le persone indesiderate; la vita sognata e il prepotente; la storia di Sam Saponetta il ladro meticoloso che una casa dopo l'altra sta rubando cose strane; il mondo visto con gli occhi di un neonato con le sue instabilità e le sue gioie intensissime; per finire con le vacanze viste con gli occhi dei grandi, il primo innamoramento e il primo bacio che ci portano ad un Peter Fortune che sta inesorabilmente crescendo ma fortunatamente non cambiando. Sono storie da bambini con grandi significati quelle che McEwan ci presenta, che si possono leggere come avventure di fantasia, oppure accompagnandole e quindi lavorandoci sù. Ma sono anche storie per adulti che fortunatamente non hanno perso la voglia e la magia del fantasticare. Personalmente ho apprezzato moltissimo il primo racconto/introduzione - Due parole su Peter - con il quale l'autore ci presenta il suo personaggio(**). Sarà forse perché alcune parole le potrei sottoscrivere in pieno anche per me...

"Fu solo quando era ormai già grande da un pezzo che Peter finalmente capì. La gente lo considerava difficile perché se ne stava sempre zitto. E a quanto pare questo dava fastidio. L'altro problema era che gli piaceva starsene da solo. Non sempre naturalmente. Nemmeno tutti i giorni. Ma per lo più gli piaceva prendersi un'ora per stare tranquillo in qualche posto, che so, nella sua stanza, oppure al parco. Gli piaceva stare solo, e pensare i suoi pensieri".

... ma poi scusate chi non vorrebbe avere un barattolo di Pomata svanilina?

(*)L'inventore dei sogni / Ian Mc Ewan ; traduzione di Susanna Basso. - Torino : G. Einaudi, ©2002. - 119 p. - (L'arcipelago ; 10). - ISBN: 9788806161426

(**) l'altro giorno ad una classe leggevo il brano dove si parla delle fantasticherie di Peter durante il compito di matematica, fantasticherie relative al mondo dei numeri e ben al di sopra della addizioncina prevista per compito. Naturalmente nelle sue fantasticherie Peter ci si perde e non riesce nemmeno a cominciare il suo compito finendo così in una classe di recupero per ragazzi con grossi problemi in matematica. Ecco mentre leggevo, mi sono accorta che lo stavo presentando alla professoressa più che ai ragazzi insomma era lei che volevo che capisse.

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