giovedì 8 maggio 2008

mi ritorna in mente...


ieri è successa una cosa che proprio non mi va giù. Stefania Prestigiacomo è diventata Ministro dell'Ambiente. Qualche anno fa lessi su l'Espresso un articolo che mi colpì moltissimo. Parlava di lavoro e tutela della salute, l'ho ricercato e trovato e adesso lo riporto qui sotto, con una domanda: era proprio opportuno?.


Lavoro e salute / il caso Prestigiacomo
il gruppo chimico che il ministro possiede con la famiglia è sotto inchiesta. Dopo la bancarotta fraudolenta spuntano strani disturbi

La fabbrica delle malattie

(di Marco Lillo)


Combatterò le ineguaglianze sociali, i problemi dei più deboli, degli invalidi... Il ministro delle Pari opportunità, Stefania Prestigiacomo, ha le idee molto chiare. Per realizzarle non deve andare lontano. Sarebbe sufficiente che poggiasse lo sguardo sui casi umani della sua azienda, la Ved di Siracusa. Per esempio sui tre operai che hanno avuto figli con malformazioni congenite. O su quelli che non hanno mai fumato una sigaretta e che dopo dieci anni anni di stabilimento si ritrovano la polvere nei polmoni.
Coicidenze. E' la risposta che gli operai si sono sentiti opporre dal padre del ministro, Giuseppe Prestigiacomo, fondatore e amministratore dell'impero della vetroresina. Ma a volte le coincidenze sono sospette. Nella fabbrica della famiglia Prestigiacomo si lavora in condizioni di sicurezza che sono oggetto di un'inchiesta della Procura di Siracusa. Il sostituto Maurizio Musco procede per lesioni contro papà Prestigiacomo e altri dirigenti. Due dipendenti hanno denunciato la società dopo aver fatto delle analisi ai polmoni. Tre mesi fa la Polizia è entrata in ditta riscontrando una serie di violazioni. Gli operai si feriscono gravemente e muoiono con frequenza inquietante. La settimana scorsa è morto un dipendente di una delle aziende del gruppo, la Coemi,cadendo da un traliccio mentre lavorava. Pochi mesi prima un altro era rimasto gravemente ferito alla Ved.
Ma la vicenda più inquietante, finora passata sotto silenzio, è quella delle malattie congenite dei bambini. Tutto comincia nel 1993, quando Sebastiano Guzzardi, un operaio di 36 anni, scopre che suo figlio ha una malformazione congenita dell'uretere che fa tornare i veleni del suo corpo al rene, danneggiandolo. Dopo due operazioni è tornato alla normalità. Ora ha sette anni e conduce una vita serena, anche se il rene è danneggiato e deve essere soggetto a controlli frequenti. Il suo caso non è isolato. Tre anni dopo, un collega di Guzzardi, Giovanni De Cillis si ritrova nella stessa situazione: suo figlio nasce con una malformazione dell'uretere. Anche lui ha la febbre e il reflusso urinario. Anche lui è operato a Vicenza. Il tarlo che ronza nella testa dei due papà diviene un rombo un anno dopo. Nello stesso reparto della fabbrica, un caposquadra li chiama in disparte e confida: "mio figlio ha il reflusso dell'uretere". Un incubo, un serial killer senza volto. Non passa un anno e un altro operaio ha una bambina che gli nasce con la febbre e problemi alle vie urinarie.
A questo punto Sebastiano Guzzardi pensa che la misura sia colma. Cerca una risposta ai suoi dubbi dal padrone, Giuseppe Prestigiacomo, e dalla Asl, ma niente. Solo la Cgil lo aiuta e lo fa eleggere rappresentante sindacale in azienda. Sempre la Cgil avvia una campagna per migliorare le condizioni di lavoro in fabbrica, ma la famiglia Prestigiacomo non apprezza. Il 14 maggio la Ved spedisce a Sebastiano Guzzardi una lettera minacciosa: "Poiché ravvisiamo in tali gratuite e infondate osservazioni un chiaro proposito diffamatorio, stiamo valutando l'ipotesi di una denunzia penale a suo carico".
Eppure la richiesta di comprare gli aspiratori per tutelare i polmoni dei dipendenti non era campata in aria. Dopo le indagini della procura, pochi giorni fa, gli aspiratori sono stati installati. Eppure le sostanze usate per produrre la vetroresina potrebbero avere un legame con le malattie. Alcuni operai ricordano per esempio che in fabbrica in passato si usava una sostanza chimica denominata dimetil anilina. La faccenda è delicata, e per capirlo basta sentire una delle massime esperte del settore, la dottoressa Fiorella Belpoggi, ricercatrice della Fondazione Ramazzini di Bologna: "Questo tipo di sostanze può causare tumori delle vie urinarie. Quanto alle malformazioni della prole, la scienza non ha ancora detto una parola definitiva. Sono in corso degli studi sugli animali, tuttavia di fronte a una serie di casi ravvicinati, non mi sento di escludere una correlazione. Ci vorrebbe uno studio approfondito". Uno studio che la famiglia Prestigiacomo ha evitato di fare. Sembra che si voglia rimuovere il problema.
L'azienda è arrivata a negare una settimana di ferie, trasformata in cassa integrazione, a un lavoratore che chiedeva di stare vicino al figlio durante l'intervento. Un altro operaio ha avuto due figli nati con alcune dita delle mani attaccate. L'operaio chiese un prestito da trattenere in busta paga per la seconda operazione, ma gli fu opposto un rifiuto. Solo grazie a una colletta dei colleghi il bambino è stato operato.
E Stefania Prestigiacomo? Sebastiano Guzzardi, oltre a essere un suo dipendente, è anche cugino di secondo grado. Ma appena la mise a parte del suo dubbio, l'attuale ministro cambiò tono: "Non pensarle nemmeno certe cose. Sai quanti miliardi spendiamo noi per la sicurezza? Il lavoro non c'entra nulla". Nessuno ha certezze in questo campo. Ma proprio per questo le istituzioni sanitarie dovrebbero verificare. Eppure nessuno si muove. I Prestigiacomo a Siracusa sono abituati a non rendere conto. Gli stabilimenti incriminati in precedenza erano in dotazione della Sarplast, l'azienda di famiglia fallita nel 1997 perché oltre a non pagare i creditori non seguiva gli ordini del giudice. Al crac è seguita un'indagine per bancarotta fraudolenta. Secondo i giudici "la società ha compiuto atti diretti a frodare le ragioni dei creditori e ha accultato attivo". Il procuratore capo di Siracusa, Roberto Campisi ha scoperto decine di miliardi finiti alle controllate estere o usati per pagamenti preferenziali alle banche amiche, e ha iscritto nel registro degli indagati una ventina di amministratori. Eppure i Prestigiacomo continuano a lavorare negli stessi locali, con gli stessi macchinari e gli stessi operai, avendo cambiato solo la struttura societaria. E Stefania? Quali responsabilità ha? In qualità di socio di maggioranza relativa della holding di famiglia (21,5 per cento) è il principale beneficiario della bancarotta ipotizzata dai magistrati, ma non è perseguibile perché non ha incarichi esecutivi. Quanto alle condizioni sanitarie, anche qui non esiste una sua responsabilità diretta. prima di lasciare l'azienda era un dirigente senza rappresentanza: "Mi occupavo delle forniture, dalla carta igienica alle gru", ha raccontato al Sole 24 Ore. (L'Espresso, 25 ottobre 2001)

Questo era quello che succedeva all'interno dell'azienda, nella voce polo petrolchimico siracusano di Wikipedia quello che succedeva (e succede) invece all'esterno delle aziende. Era il 2001 e Stefania Prestigiacomo si era fatta tutta la sua bella gravidanza a Roma non facendosi mai vedere in Sicilia... però non pensate male, avrà avuto sicuramente moltissimo da fare...

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