martedì 24 giugno 2008

rendere l'anima con le spalle al muro


Questo libro è bellissimo e in realtà per parlarne qui mi basterebbe anche una parola sola: leggetelo.

Io l'ho scelto per la copertina. Sono passata davanti all'espositore nella biblioteca dove lavoro e son rimasta colpita dalla foto sulla copertina: una ragazza che trovo bellissima che sorride alla macchina fotografica, in collo un bambino e indosso una divisa. E cos'è che mi ha colpito? gli orecchini. Una ragazza con una divisa indosso e un paio di orecchini molto molto femminili. Una ragazza con l'aria estremamente felice. Allora ho letto il risvolto di copertina e ho immediatamente capito che questo libro era per me, che era lì che mi aspettava, perché è proprio il tipo di lettura che mi piace di più fare. Un romanzo che poggia le sue basi su fonti storiche dirette e se la storia è quella del '900 allora è amore a prima vista. Le ragazze di Ventas della scrittrice spagnola Dulce Chacón ricostruisce infatti in maniera davvero straordinaria un episodio "piccolo" e forse anche un po' dimenticato della storia spagnola del '900: quella delle donne che lottarono in favore dell'istituzione della Repubblica nella Spagna della guerra civile prima e della dittatura di Franco poi. L'ho trovato straordinario perché l'ampissima documentazione e le numerose testimonianze dirette di donne che furono effettivamente detenute nel carcere femminile di Ventas si mascherano completamente nella narrazione dando vita ad un romanzo che non ha mai una sola battuta d'arresto, un momento di cedimento, nonostante la brevità, talvolta davvero fulminante, dei capitoli. E' uno di quei libri che quando arrivi alla fine ti dispiace, in cui senti che le protagoniste un po' ti sono entrate dentro e non ti lasceranno facilmente. Tensi (Hortensia) la cui bambina sembra quasi non voler nascere quasi a sapere che la sua nascita coinciderà con la morte della madre; Pepita che aspetterà Paulino una vita intera in un'attesa paziente che ha un qualche cosa di eroico, Elvira la piccola del gruppo con la sua coda di cavallo e il suo coraggio e poi Tomasa, Reme, Mercedes e molte altre. Un romanzo al femminile che presenta tante storie, tanti destini, tante donne ma alla fine un solo ideale.

Non aggiungo altro se non: leggetelo.

Donna Celia legge le parole che Pepita ha ripetuto ad alta voce e si schermisce:
«Si fa quel che si può».
«ma lei fa anche quello che non può, e non dica di no, che non la ringrazierò mai abbastanza per quel che le devo. Quando il señorito mi ha licenziata lei mi ha accolta come una figlia e mi ha trovato da fare i corredi meglio pagati di tutto Pontejos. E se non fosse per lei, sarei tornata a casa a Còrdoba sola come un cane. Lo sa lei e lo so io. E lo sa anche chi sta lassù in cielo, sempre che in cielo ci sia qualcuno».
Pepita prende lettera e quaderni e va in camera sua borbottando:
«Ma se lassù ci fosse qualcuno, con che coraggio permetterebbe tutto questo?»
Continua a parlare tra sé mentre tira fuori una scatola di biscotti che tiene nascosta sotto il letto.
«Ma perché? Perché lasci che portino via la gioventù a rulli di tamburo? Perché? I migliori ri rendono l'anima con le spalle al muro».


aggiornamento del 25.06.2008: grazie alla sua segnalazione vi metto il link a due belle foto della fotografa tedesca Gerda Taro che aggiungono qualche bel volto a questa storia..
e a questo punto, causa la mia deformazione professionale, mi pare giusto segnalarvi anche il libro di Irme Schaber Gerda Taro. Una fotografa rivoluzionaria nella guerra civile spagnola

Le ragazze di Ventas / Dulce Chacón ; traduzione di Silvia Sichel. - Vicenza : N. Pozza, 2005. - 351 p. ; 22 cm. - (I narratori delle tavole). - ISBN: 8854500313

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