Eppure poteva farcela la bambina. Glielo dicevo sempre quando guardavamo la televisione. Sei più bella di Alessandra e lei si è presa Costantino e fa i soldi. Quelli veri, non la miseria che prendi al Pony. Che poi è pericoloso con quel motorino sempre in mezzo al traffico. Poteva andare dalla De Filippi, prendere contatto con qualche agenzia. Ero anche disposta ad accompagnarla per presentarla ai telespettatori. Mi ero anche preparata il discorso. Una volta che sei nel giro, qualche cosa succede sempre. Anche Costantino viveva in un quartiere come questo e poi è riuscito ad andarsene e l'ho visto sul giornale in vacanza in Costa Smeralda. Ma hai idea, bambina mia, quanto costa un caffé a Porto Cervo? Ma se non ti fai notare - le dicevo - non combinerai nulla di buono per la tua vita. Se non ne approfitti adesso che sei giovane niente più niente al mondo servirà per cambiarti il destino.
E lei sbuffava. Che mi faceva venire certi nervi. Non sbuffare! Ma dài, mamma, sempre con 'sta storia. Che palle!
Ma vuoi diventare come me? - le chiedevo - Vuoi fare anche tu la mia vita? C'ho quarantacinque anni e la mia vita è già finita da un pezzo. Tutto il santo giorno a sbattermi per tirare avanti con l'angoscia che il giorno seguente sarà grigio e uguale come il precedente? Ma non vuoi qualcosa di diverso?
Un monologo. Una donna che racconta se stessa, la sua vita, la sua famiglia, il fallimento delle sue aspirazioni giovanili. Una vita vuota. Una vita di falsi miti, di giornaletti, di qualunquismi, di trasmissioni televisive, di passeggiate al sabato pomeriggio davanti a vetrine tanto addobbate quanto inaccessibili. Un marito, un'ombra. Una vita di speranze riposte in una figlia che quei miti non li condivide o che semplicemente vive più realisticamente. Una vita che finisce in tragedia. Un rapporto madre/figlia che finisce in tragedia.
Ci ho riflettuto parecchio su questo racconto lungo di Carlotto. Inizialmente mi sembrava talmente esagerato nei luoghi comuni, talmente esasperato nel delineare una società vuota e aggrappata a tutto quanto c'è di esteriore da esserne quasi infastidita. Poi però no, tre stellette se le merita tutte. Perché insomma l'esagerazione non è mica qui in questo racconto, è altrove. L'autore è stato soltanto molto bravo a percepirla e a raccontarla.
Niente, più niente al mondo : monologo per un delitto / Massimo Carlotto. - 3. rist. - Roma : e/o, 2006. - 69 p. - (Assolo). - ISBN: 8876416358
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