lunedì 27 ottobre 2008

attimi di tempo sospeso


Era la prima notte di guerra. Nelle guerre e nelle rivoluzioni niente di più singolare di quei primi istanti in cui si viene proiettati da una vita all'altra, senza fiato, come se si cadesse dall'alto di un ponte, tutti vestiti, in un fiume profondo, senza capire cosa sta succedendo, serbando nel cuore un'insensata speranza.

Racconto brevissimo questo di Irène Némirovsky. Una ventina di pagine in tutto pubblicato dall'editore pistoiese Via del vento che piano piano, silenziosamente, sta pubblicando nelle sue collane piccoli gioiellini dimenticati, preziosissimi carteggi e poesie davvero rare.
Un treno di notte, una guerra appena proclamata, tanti volti che si ritrovano insieme casualmente, tante storie che si intrecciano, tante voci che si alternano, si accavallano, si mescolano. Tante sensazioni ma un unico tempo: un tempo sospeso, un tempo che ha la rarefazione e la nebulosità del sogno. Un tempo/sogno in cui ognuno dentro di sé coltiva la speranza nascosta di svegliarsi, di aprire gli occhi e vedere che le cose intorno hanno la stessa banale granitica normalità di sempre. Attimi che sembrano di un'altra dimensione, di un altro luogo come se fuori da quello scompartimento non ci fosse niente, come se le storie, i volti, le voci appartenessero ad un mondo che non esiste. Ci si aggrappa al prima per non riconoscere di essere stati catapultati nel dopo, per non ammettere che la svolta è stata dura e che probabilmente ogni ritorno è precluso. Ma è forse proprio questa sospensione a far sì che le storie si intreccino, che ci sia condivisione, che ci sia umanità, che non ci sia la glaciale indifferenza della vita di tutti i giorni. Su tutto si leva la voce narrante - quella di Irène probabilmente - e un volto, una voce, una storia: Marta, la sua bellezza raffinata, il suo amore contrastato, la sua fuga per diventare l'unico e ultimo ricordo, il mare, la lettura.
Racconto brevissimo nello stile conciso e fluido proprio di Irène Némirovsky che si legge come si beve un bicchier d'acqua o come ci si lascia scorrere a occhi chiusi una folata di vento sul viso; un racconto però che incide profondamente, che ti entra dentro e che forse non ti lascia facilmente. Anzi sicuramente non ti lascia con facilità.

Probabilmente questo commento non è un commento ma è solo un sentire. Me ne scuso ma questo racconto, in questo momento, aveva tutte le caratteristiche per colpirmi profondamente.

* Notte in treno / Irène Némirovsky ; a cura di Antonio Castronuovo. - Pistoia : Via del vento, 2008. - (Ocra gialla : testi inediti e rari del Novecento ; 44). - ISBN: 9788862260169

2 commenti:

Paoletto ha detto...

Che voglia di leggere questo racconto! Prima o poi lo farò, ma queste tue riflessioni, da sole, già scatenano la fantasia e narrano una storia bellissima ...coma al solito hai colpito anche noi.

mastrangelina ha detto...

ciao Paolo, grazie davvero (e non sai quanto)... se ti capita questo racconto leggilo e se non conosci la Némirovsky leggi qualcosa perché è lettura proprio proprio bella da tutti i punti di vista :)

ciao f.

p.s.: (ti consiglio casomai di iniziare da Suite francese)