venerdì 2 gennaio 2009

alla "prossima avventura"

Ho attraversato il living, salito le scale e mi sono trovata (impreparata) di fronte al sorriso gentile di un uomo grande, magro, appoggiato a un bastone. Una persona molto bella. Non un bel vecchio, ma un uomo divenuto vecchio senza perdere la sua bellezza.

Fosco Maraini era così. Credo che Maria Pia Simonetti in poche parole abbia colto quasi perfettamente quello che quest'uomo trasmetteva a chi ha avuto la fortuna - direi anche il privilegio - di incontrarlo. Anch'io ho salito quelle scale, attraversato quel living, goduto di racconti straordinari, racconti di vita che assumevano, attraverso la voce, la gestualità, la straordinaria semplicità, i contorni delle favole. Pochi pomeriggi, poche ore trascorse velocissime che però ricorderò sempre. Piccole ore che brillano letteralmente nella mia memoria. Circa dieci anni fa - era stato da poco pubblicato Case amori e universi - iniziai a lavorare alla mia tesi di laurea che, curiosa come sono, riguardava un tema pressoché sconosciuto ai più e per completezza dopo di allora rimasto tale: il corporativismo degli artisti toscani nei primi anni '20 del Novecento a Firenze. Primo personaggio incontrato: Antonio Maraini di professione scultore. Antonio Maraini padre di Fosco e nonno di Dacia, Toni e Yuki. La mia storia è immaginabile. Io che avevo bisogno di racconti per il mio lavoro e quest'uomo molto gentile che mi ha regalato un po' del suo tempo ricordando. La trama era composta da una Firenze che non c'è più, quella Firenze come se ne trovavano ancora tracce nei tempi della mia infanzia e dai suoi protagonisti, mentre la voce narrante era quella di un anziano, arguto e ironico signore dagli occhi piccoli, all'orientale e dalla voce calma e giovane. Antonio Maraini e i suoi lavori, i fratelli Michaelles, l'ambiente artistico-culturale di una città, Firenze, tanto aperta quanto provinciale, la geografia di questa città fatta di stradini che se non ci sei nato e ci vivi difficilmente ti ci orienti, il periodo fascista e i suoi protagonisti. Sono stati momenti davvero impagabili ed è forse per questo che ho apprezzato molto questo libro, questa intervista fatta da Maria Pia Simonetti a Fosco Maraini, perché mentre lo leggevo era come risentire quella voce, come rivivere anche solo col ricordo quel momento bello. E confesso che un po' mi ha anche commosso.
Certo qui la trama è diversa ed è incentrata - come si evince dal titolo piuttosto significativo - sul tema del viaggio, dell'incontro con culture altre, della curiosità ma la voce narrante è la stessa, riconoscibile tra mille altre voci. Certo riflettendoci bene probabilmente questo non è il libro adatto per approcciare Fosco Maraini ma è un libro da leggere per chi ha familiarità con questo autore, per chi ne conosce il percorso, perché aggiunge tante piccole sfumature.
Concludo con una frase da Case amori universi ripresa anche in questa intervista che mi è piaciuta molto entrambe le volte che l'ho letta, un piccolo brano che apre lo sguardo all'anima corsara e avventurosa di quest'autore:

"ormai vicino ai quaranta, si sentiva inesorabilmente sbandato, incapace d'inserirsi nella vita normale, d'imprigionarsi in un qualsiasi lavoro stabile. E per di più aveva preso gusto a una simile libertà da corsaro, si era abituato al piacere di trovarsi perennemente disponibile per qualsiasi prossima avventura. E la 'prossima avventura', non si sa per quale destino benefico o beffardo, si presentava quasi sempre prestissimo all'appuntamento"


Anzi no! dopo aver letto sul sito di Marcella una delle Fanfole, concludo con un'altra Fanfola in musica quella che con la sua formica ammucchiarona riesce a mettermi di buon umore sempre... ciao



..verra' l'inverno si,verra'il mordese
verranno tante gosce aggramerine,
ma intanto il sole schìcchera gigliese
e sgnèllida tra cròndale velvine..



Viaggiator curioso : conversazione con Maria Pia Simonetti / Fosco Maraini. - Firenze : Passigli, 2001. - 92 p. - (Le occasioni). - ISBN: 8836806740

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