venerdì 9 aprile 2010

la malattia della bussola

Un romanzo straripante Madame Ba. Proprio come straripa una vita se la si vuole rinchiudere in una casella o in una definizione. Sempre ammesso che una vita la si possa rinchiudere in una casella o in una definizione. E' un'intuizione originale quella che Erik Orsenna mette alla base di questo romanzo. Una donna africana, un nipote in pericolo, un viaggio da fare e per farlo un modulo da riempire, un visto da ottenere. Una ventina di caselle. Una ventina di caselle che possono non rappresentare niente come possono invece rappresentare tutto. Una ventina di caselle che possono essere riempite formalmente, o che possono essere riempite con fantasia, con entusiasmo fino a rievocare un mondo, una sensibilità, una vita appunto. 
Cosa scrivere dopo "cognome" se non la storia di un'intera famiglia, di un'intera dinastia, di mestieri che si tramandano e di guerre lontano da casa? Cosa scrivere dopo "nome" se non le aspettative di un primogenito maschio, la scelta accurata per mesi di un nome che esprima forza, fortuna, che esprima futuro e poi invece la delusione rapida per la primogenita femmina e la scelta frettolosa del nome? La baruffa tra un padre e una madre per la scelta di un nome. Cosa scrivere dopo "professione" se non i tanti mestieri di una vita, lo srotolare di un'esperienza? Ogni casella un pretesto, ogni casella un racconto, ogni casella uno scenario. 
Una canzone a due voci Madame Ba. Due voci che però escono dalla stessa bocca. Marguerite e Madame Ba, due donne in un unico corpo. Marguerite la donna, la moglie innamorata e tradita, la madre, la figlia, la nipote. Madame Ba la combattente, la studentessa, il futuro avvocato, la collaboratrice per lo sviluppo. Due donne che si incontrano, si scontrano, pensano, riflettono, urlano, piangono, parlano, chiedono, si ritirano e protestano. Due donne che delineano una figura di donna magistrale. Una donna dove ci stiamo un po' tutte e dove non ci stiamo nessuna. Colpisce che a penetrare così l'animo femminile sia stato un uomo.
Un romanzo sul guardare Madame Ba. Su chi guarda avanti e chi invece di quello che c'è avanti ha paura. Su chi regala una bussola a un figlio e chi quella bussola la butta via e racconta e ricostruisce sempre storie del passato.   
Un romanzo pieno di perle Madame Ba, di immagini dai contorni netti, dai colori scelti quasi fossero piccoli quadri. Un nonno, un padre e una figlia che risalgono il fiume col vestito buono per andare a salutare il passato. Due donne dai colori diversi ai confini dell'Africa che parlano bevendo, che si raccontano mostrando senza vergogna la nudità del proprio animo. Una Renault 12 con appesa ogni giorno una frase diversa per meditare col tassista. Un esercito schierato ma sgangherato, assolutamente incapace di tenere una fila decente.
Un romanzo che denuncia Madame Ba. Il "museo degli attrezzi arroganti e delle macchine presuntuose" inviate a un'Africa impreparata a riceverle e quindi assolutamente inutili. I contributi per lo sviluppo arrivati attraverso babyfoot con le partite a pagamento. I meccanismi del co-sviluppo. Ma soprattutto i suoi sprechi e le ipocrisie.
Un romanzo cantato Madame Ba. Di cui affascina soprattutto il tono narrato, il ritmo cadenzato del racconto orale, della narrazione familiare. Una narrazione in cui si avverte come un suono che culla, come una melodia.  

Una scena ho trovato assolutamente straordinaria. Ci sono una Marguerite bambina che chiede al padre il perché del verde che rianima gli argini del fiume dopo la pioggia e un padre che si sente impreparato a rispondere. Un padre che  vuole però per la figlia la migliore spiegazione possibile e quindi chiede a chi può sapere. C'è quindi un ingegnere che deve aiutare a spiegare e che studia tutta la notte, la luce della scrivania costantemente accesa, per trovare le parole semplici, bambine che raccontino con magia la nascita di una vita. E fuori un padre e una figlia che aspettano il racconto, con un'aspettativa e una fiducia nell'adulto e nel sapere che commuove. E' una scena che la leggi e sinceramente ti rimane impressa. Rimane impressa l'attesa prima, rimane impresso il racconto poi.

Ora più ci penso e più cose mi verrebbe da scrivere e da citare. È un romanzo che straripa Madame Ba questo ve l'avevo detto anche all'inizio.

* Madame Ba / Erik Orsenna ; traduzione di Francesco Bruno. - Milano : Ponte alle Grazie, 2004. - 426 p. ; 21 cm. - ISBN 8879286846        

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