Stanotte si è suicidato un ragazzo che viene tutti i giorni in biblioteca da me. Ieri ci siamo salutati, giovedì ci siamo salutati, mercoledì ci siamo salutati, martedì o lunedì gli ho fatto un prestito interbibliotecario e ci siamo scambiati due battute, la settimana scorsa ci siamo salutati tutti i giorni e mi sembra che gli ho fatto anche la cazziata amichevole che non si entra da quella porta lì ma da quella giù. E così è andata per settimane e per mesi, per anni forse. Tra poco ci laureavamo. Che alla fine li vedi per tutto il loro percorso di studi che ti sembra di laurearti di nuovo anche a te quando succede. Nove su dieci te li vedi arrivare con lo spumante, i bicchierini di plastica e il vestito bello un'ora dopo aver finito la discussione. E a noi piace moltissimo questo perché ti senti di aver creato una casa, un luogo dei rapporti oltre che dello studio. Ecco stanotte questo ragazzo qui ha avuto il buio e il coraggio per dire io scendo, che un coraggio della madonna ci deve volere in quel momento lì. Stamattina ce ne sono altri alla macchinetta del caffé, chi con gli occhi cerchiati di rosso, chi con lo sguardo nel vuoto, chi invece incazzato come una belva.
Con le mie colleghe siamo qui e c'è un'aria strana. Per l'ennesima volta ti accorgi che la gente ti frega con un sorriso. Perché Francesco a me ha sorriso tutta la settimana. Forse tutti avremmo dovuto guardargli un po' di più gli occhi.
3 commenti:
Mastrangelina, io mi terrei stretto i sorrisi: quelli regalati, quelli ricevuti.
No, non ci vuole coraggio, ci vuole molta disperazione per suicidarsi a quell'età. Il sorriso, lo sguardo, il modo di fare, sono molti i segnali che lasciano, purtroppo sempre più fievoli man mano che non li ascoltiamo e alla fine magari se ne vanno con un sorriso.
Un saluto
Purtroppo la depressione è qualcosa di terribile e di assurdo. Quando capitano queste cose non riesci mai a trovare una spiegazione.
Posta un commento