Quarantaquattro è un numero, me l'hanno dato un giorno che ho fatto una cosa e per farla dovevo fare una coda. Una cosa che mi è costata un pezzo di me stessa fare. Un pezzo grande grande che non riavrò mai più. Quarataquattro è un numero che ho tenuto nella borsa da allora, era lì, ogni tanto lo ritrovavo per caso e ogni volta mi veniva come una cosa in gola che mi soffocava. Il mio dottore che ci parlo un giorno mi ha chiesto perché non lo buttavo. Non gli ho saputo rispondere. Forse perché quel pezzo grande di me che comunque non c'era già più poi se ne andava davvero per sempre. Mi dicevo buttalo e poi non lo buttavo mai. Ci ho passato un anno e mezzo a dirmi buttalo e poi non lo buttavo.
Oggi ho vuotato la Lupo, la macchina che ho avuto negli ultimi dodici anni. Domani la rottamano e avrò una macchina nuova. Ci ho trovato stratificazioni di cose. Ricordi. Pochissimi li ho tenuti, altri li ho guardati e mi sono detta che non serviva a niente conservarli. Erano legami a cose che comunque non esistevano più. Su alcuni ho sorriso, su altri mi sono venuti gli occhi lucidi, altri ancora non erano niente. Ho fatto una busta e li messi tutti lì.
Poi sono rientrata, ho aperto la borsa, preso il mio 44, l'ho messo nella busta e ho buttato tutto.
Ora non so. Ci devo pensare, se ho fatto bene o no.
4 commenti:
Non so se hai fatto bene (forse sì). A noi fa sicuramente bene leggerti.
comunque, dall'essenziale non ci si distacca
@paoletto, grazie, per l'affetto che mi dimostri sempre soprattutto.
@zu, ecco mi ci volevano le tue parole. Sono qui a chiedermi se non mi pentirò amaramente e un po' di buco alla pancia mi è venuto.
Hai fatto bene a buttarlo. La vita è piena di inopportuni e crudeli bigliettini numero 44 che spuntano all'improvviso a rovinarci i momenti di pace che ci meritiamo. E non perché i ricordi debbano essere cancellati, ma perché devi essere libera di pensarci quando vuoi e di non pensarci quando non vuoi, senza che lo decida un bigliettino numero 44 lì in agguato nella tua borsa.
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