martedì 22 gennaio 2008

Scritto sul corpo, di A. Bennet



Scritto sul corpo / Alan Bennet ; traduzione di Davide Tortorella. - Milano : Adelphi, 2006. - 57 p. - (Biblioteca minima ; 2). - ISBN: 8845920704

"Così, a trent'anni suonati, comincio ad abbassare lo sguardo sulle cose che accadono intorno a me, e a fare più attenzione a quello che sento e meno a quello che vedo"

Credo che questo piccolo librettino sia il frutto di questo ascolto. Scritto sul corpo presenta un Alan Bennett diverso rispetto a quello a cui si è abituati. Il senso dell'umorismo, il suo occhio spesso divertito sono quasi completamente rivolti verso l'interno, verso se stesso, e quindi un po' si appannano (non cancellandosi però mai del tutto) e si arricchiscono di una vena a tratti malinconica.
E' la storia di un'adolescenza sempre in ritardo, di un coming out, di uno svelarsi per quello che si è, di un'evoluzione corporea e sentimentale inaspettata, di un rapporto genitori-figli complesso, e alla fine di una chiusura davvero notevole.

"Ritardatario cronico, passati i cinquant'anni credevo che sarei rimasto per sempre senza legami, e invece, per mia grande fortuna, ho trovato (o sono stato trovato da) un compagno che adesso divide con me la sua vita, pur essendo molto più giovane. Non posso certo vantarmi di condurre una vita normale, o, sogno dei miei genitori, una vita come quella degli altri. Ma noi ci accontentiamo" (questo poi mi ha fatto venire in mente, devo ammettere senza alcun nesso particolare, questa poesia qui)

Personalmente ho trovato interessanti (e credo che più in là le rileggerò) le pagine in cui Bennett parla della timidezza... partendo da una domanda giusta Che fine hanno fatto i timidi? te lo sei mai chiesto?

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