martedì 21 ottobre 2008

non disturbare: gente che sogna


Qualche anno fa - circa cinque o sei credo - durante un ciclo di incontri sulla "nuova" letteratura dei paesi latinoamericani mi sono imbattuta in alcuni brani dello scrittore italo-argentino Antonio Dal Masetto. Mentalmente ne ho preso nota e come mi succede spesso me ne sono poi dimenticata. Lo scorso anno però, durante uno dei pomeriggi al bancone consulenza in biblioteca, mi sono casualmente ritrovata tra le mani il suo romanzo dal titolo Strani tipi sotto casa. Allora come succede? ti ricordi che quel nome ti aveva colpito, inizi a sbirciare le prime pagine, poi la sbirciatina diventa lettura e ti ritrovi in pochi giorni ad aver finito un bel libro e soprattutto ad esserti affezionata ad un autore. Ecco a quel punto è fatta, la scintilla è scoccata e il passo successivo è che si inizia a cercare quello che di quest'autore c'è di pubblicato in italiano. Si trovano allora E' sempre difficile tornare a casa, A due voci. Diario Argentino e Bosque. La faccio breve. Dopo Strani tipi sotto casa ho letto E' sempre difficile tornare a casa che, se possibile, mi è piaciuto anche più del primo e adesso ho letto A due voci. Diario argentino uno strano piccolo libro pensato insieme allo scrittore/giornalista italiano Nicola Fantini ed è su questo che oggi, in maniera in realtà forse un po' estemporanea e un tantino sconclusionata, volevo riflettere. L'approccio a questa lettura devo dire che non è stato felice, anzi ammetto che all'inizio ho anche provato un pizzico di delusione. Mi aspettavo il "mio" Dal Masetto e mi trovavo invece tra le mani una cosa strana, informe, magmatica, una serie di racconti molto particolari a metà tra il realismo crudo, la fantasia più sfrenata e l'ironia da tragedia intervallati da brani - anche graficamente differenziati - che a piccoli flash ripercorrevano la storia argentina dal novembre 2001 alla primavera del 2003, dall'esplosione della crisi economica all'elezione di Néstor Carlos Kirchner a Presidente della repubblica. La realtà è che non riuscivo a capire pienamente il significato di questi accostamenti a non entrare nel discorso, non riuscivo a trovare un filo rosso che mi guidasse attraverso queste pagine. Tutti questi brani, tutti questi racconti sono però scritti bene, in un linguaggio fluido, scorrevole e quindi sono andata avanti. La piacevole tragica fantasia dei racconti di Dal Masetto e la realtà crudele e diretta dei brani di Fantini catturano e ad un certo punto il filo rosso lo trovi solo che non lo trovi nelle pagine, ma te lo trovi tutto stretto intorno alla bocca dello stomaco. Sono l'Argentina e gli argentini ad essere rappresentati. E' l'Argentina che trovi tra le pagine di questo libro con le sue ambientazioni magiche e le sue enormi problematiche e contraddizioni. Giri una pagina e incontri donne che abitano nel fango e mandano a scuola i figli per garantire loro l'unico pasto della giornata; ne giri un'altra e ti si materializzano davanti i bambini/ragazzi di Consti costretti a vivere sui metrò e a dormire sotto i cartoni nella stazione di Constituciòn, a inspirare colla per farsi passare la fame e a vendere il proprio corpo per guadagnare 10 pesos; un'altra ancora e fai la fila insieme ai pensionati costretti a girare mezza Buenos Aires per poter riscuotere (forse) la propria pensione in sportelli bancari nascosti in garage, cinema, panetterie e pensioni; un'altra ancora e ti leggi i temi dei bambini delle scuole pieni di una tale tristezza e di una tale disillusione da impressionare; un'altra ancora e scopri che la picana non è morta con la dittatura. Insomma arrivi alla fine del libro che neanche te ne accorgi e cosa fondamentale ti dispiace perché vorresti trovare altro, altre storie, altri volti; vorresti in un certo senso condividere altre sofferenze per scoprire con meraviglia che nel periodo più buio della crisi economica, nel periodo più nero per il futuro di una intera nazione la gente si è riversata nei centri culturali che offrivano concerti gratuiti di musica classica, ha gremito le serate del Quarto festival del Cinema Independiente per una proiezione di Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini, ha riempito la platea del Teatro Colòn per uno spettacolo su Brecht; in un certo qual modo ha continuato a sognare.
Ed è infatti con un racconto-sogno dal titolo La volontà collettiva di Antonio Dal Masetto che finisce questo piccolo libro strano: un bar, una porta che si chiude e un cartello: "non disturbare: gente che sogna..."


A due voci : diario argentino / Antonio Dal Masetto, Nicola Fantini. - 2. ed. - Milano : Effigie, 2004. - 84 p. - (Stellefilanti. Scritture ; 3). - ISBN: 8889416076

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