"Questa mattina, appena in piedi, mi sono guardata allo specchio. Ero un'altra: ho visto un'espressione che non conoscevo, uno sguardo che mi nascondeva qualcosa. Non ero io, o almeno non quella che riconosco volentieri; ero invece la rappresentazione di quello che vorrei evitare" (M. Vitti)
venerdì 27 aprile 2012
di mezzi secoli e altre ere geologiche
Il dottore con cui ci parlo l'altro giorno mi ha detto che io ho un livello di percezione che fa spavento. Che le cose le avverto ancora prima che accadano, che i sentimenti o le sensazioni mi arrivano dirette senza filtro, solo che poi ci metto un secolo e mezzo a elaborarle dentro di me, a dargli una forma, a prendere decisioni, a esserne consapevole. E allora io ci ho pensato a questa cosa qui che mi ha detto, perché è proprio verissima. E' verissimo che io sono una che a un tratto avverte una sensazione e poi ci pensa e ci ripensa e ci ripensa e poi se non è convinta ci pensa ancora un po'. E' proprio verissimo che sono così. E poi alla fine mi dico anche che ho pensato tanto per capire quello che a livello inconscio erano due anni che sapevo già. E poi sto lì a domandarmi se quei due anni li ho persi o li ho guadagnati. E intanto via che partono altri pensieri.
Allora stanotte ho pensato che sono quasi due anni che vado dal mio dottore e ho pensato che forse all'epoca ho avuto una percezione e ora sono due anni che mastico queste cose con lui, le penso e nel raccontargliele le racconto a me stessa e mi aiuto a decidere. E infatti mi sento bene. Mi sento che piano piano senza traumi ho fatto tante cose. E le ho fatte alla mia velocità, quando sentivo che non mi avrebbero fatto male. Ieri pomeriggio per esempio ho parlato con mia mamma. Per motivi nostri era venuta da me e dopo aver affrontato i motivi nostri abbiamo parlato. Non so neanche che mi è preso ma ero seduta sul divano e a un tratto ho sentito che era venuto il momento, che alcune cose le avevo elaborate e ne volevo parlare con lei. E allora abbiamo parlato di me, delle cose che mi fanno paura e delle cose che voglio cambiare. Di quelle cose che voglio cambiare e che non cambio da tanto solo per paura. Per paura, anche e soprattutto, del giudizio degli altri, pure del suo. E come sempre succede mi sono accorta che il mondo non mi è cascato addosso, che nessuna catastrofe è avvenuta e anzi che ieri sera ero molto più leggera e più tranquilla. Che a volte i genitori ti stupiscono, che mia mamma a volte mi stupisce.
Quando se n'è andata si è girata sulla porta e mi ha detto "Cacchio Fra, sii felice". Ecco il mondo non casca così. Certo adesso mi servirà un altro mezzo secolo per andare avanti, ma intanto un altro passo grande è fatto.
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