lunedì 8 marzo 2010

oggi sono io

Oggi è l'8 marzo, festa della donna. Delle donne in realtà, di tutte. E non è neanche una festa, che non c'è proprio niente da festeggiare. Di certo non c'è da festeggiare qui. Che questa donna che ho qui non ha bisogno di mimosa o di auguri ma ha bisogno di se stessa forse, o di sole, o di una vacanza o di superare il blocco che si è creata. Di affrontare le cose e di risolverle anche se questo può portare a decisioni difficili. Che è stanca di chiedere, che è stanca di razionalizzare tutto e di trovare una spiegazione sempre. Che è stanca di sentirsi a metà, che è stanca di sentirsi domandare di arrivi che non arriveranno. Che è stanca di non dormire mai. Questa donna che invece ha voglia di arrabbiarsi anche se poi non ce la fa. Che ha voglia di amare e di essere amata. Che ha voglia di farsi un giro in bici, sulla spiaggia, di tornare in Sardegna, di togliersi questo groppo fisso sullo stomaco. Che ha voglia di respirare con leggerezza.

Ieri sera l'amico apparentemente più stupido e superficiale che ho mi ha fatto una domanda all'orecchio, una domanda importante, io mi sono voltata e mi sono venute le lacrime agli occhi. Ho risposto senza finzioni e senza blocchi. Ero io in quel momento. Un attimo di silenzio e poi mi ha abbracciato forte. Ecco sono questi qui gli auguri che a volte servono. Gli auguri che auguri non sono, ma sono di più.

4 commenti:

zoe ha detto...

Ti abbraccio forte, per quell'abbraccio, ieri mancato

Zu ha detto...

...cavoli, mastra!
Come t'avessi vista in technicolor e 3D, sentendo in contemporanea una specie di devastazione soft sotto lo sterno, una sorta di gentile implosione.
Esseri umani, che roba strana (essere umani, che roba bella).

elena (quella di londra) ha detto...

meno male che le hai scritte tu, così adesso ho le parole per descrivermi

simple ha detto...

Allora l'augurio è di riuscire ad essere tu sempre più spesso.
:)