Credo sia l'incantesimo di riuscire a godere di momenti propri. Di vederli forse, di ascoltarli, di non farseli soltanto scivolare addosso. Di ascoltare una canzone con un senso che solo raramente ti ricordi di avere. Un senso che ti sta lì sospeso tra la pancia, il cuore, il respiro e la testa. E forse ci vuole un momento in cui sei sola, la città intorno, il vento e l'inizio della notte per ricordarti di averlo quel senso lì. E allora la radio suona bassa e tu quella canzone l'ascolti e un po' ti meravigli che possa non stancarti mai, un po' ti commuovi che ti smuova migliaia di cose dentro, un po' ti viene da sorridere, un po' te la senti addosso come se la musica fosse una mano che ti sfiora e ti tocca nei punti più sensibili che hai.
Ecco avrei voluto non essere sola l'altra sera per quei quattro, cinque minuti che mi sono sembrati lunghi e brevi insieme, per la durata di quella canzone lì e poi dopo. Avrei voluto ascoltare quelle note e quelle parole nel silenzio di un viale, di altre macchine, e di un respiro accanto al mio. E adesso vorrei riuscire a trovare le parole giuste per far sentire quell'emozione e l'intensità di quel momento in cui ero sola ma non lo ero, ma non le ho. Non ho l'insieme del vento, della temperatura, della città, della velocità della macchina, non ho l'insieme del mio respiro, del mio stato d'animo, non ho la consistenza dei vestiti che avevo e che mi sfioravano. Non ho tutto quell'insieme lì. Ho solo la parte finale di tutto questo e poi adesso ho solo la canzone.
2 commenti:
Sì, ma che canzone... solo tu e IF potete creare momenti simili.
@paolo, ecco io lo sapevo che uno che capiva c'era :) bentornato qui tra noi.. che qui siamo contenti ogni volta che passi (e mi sa che te l'ho detto tante volte ma ripetere fa bene!). Un bacio f.
Posta un commento