mercoledì 11 aprile 2012

di fogli bianchi, di abbracci e di cose varie che a volte ti frullano in testa

Ci sono situazioni in cui pensare ti viene più facile. Tipo quando sei in treno che guardi dal finestrino e le immagini ti scorrono e niente cattura troppo l'attenzione. Attimi in cui tutto ti attrae ma niente riesce davvero a fermarti. E io l'altro giorno ero in treno e vedevo scorrere tutta una pianura e un appennino e pensavo. E ho pensato che appena tornata a casa volevo una nuova pagina bianca su cui scrivere, nessuna immagine, nessun colore, nessun ricordo, nessun peso non mio addosso.
E ho pensato al sorriso che mi si è stampato addosso e non mi lascia e ai motivi di un sorriso così bello e persistente. E ho pensato a quello che ci eravamo detti venerdì col dottore che ci parlo, al fatto che per la prima volta non ho avuto paura di un distacco, che ho scelto per me senza far scegliere gli altri. Meglio tardi che mai mi sono detta. Per fortuna si cresce a ogni età. E poi ho pensato agli abbracci, a quegli abbracci che io non amo e che difficilmente mi faccio dare. E ho pensato che spesso quando le persone ti abbracciano ti si buttano addosso e tu senti tutto il peso dell'altro. E allora tu lo rifuggi quell'abbraccio lì e ti convinci che gli abbracci sono così, che non ti piacciono, che gli abbracci sono soltanto il sentire addosso tutto il peso dell'altro. Solo che un giorno arriva l'abbraccio bello, quello che ti senti in equilibrio e senti l'altra persona in equilibrio. Un po' precari tutti e due, un po' imperfetti tutti e due, un po' sconclusionati tutti e due, ma senza pesi da rimpallarsi. Un po' stretti tra un muro e una macchina ma in equilibrio. E allora ho pensato che è bello un abbraccio così. Che un abbraccio così sono capace anche io di farmelo dare. Che ci si può voler bene senza buttarsi addosso le cose, condividendole ma con sostegno. Senza robe infuocate da tirarsi addosso o da cercare di evitare. Mi è sembrato bello. Un po' come quando a un tratto ti si apre un pezzetto di panorama inaspettato e incantevole. Mi è sembrato di sentire quello che voglio e non quello che è giusto, o sbagliato. Mi sono accorta che le cose belle esistono, basta che le guardi. E allora ho pensato che questi ultimi anni pieni di esperienze forti alla fine mi hanno reso solo più me stessa. Si cresce davvero a ogni età. E forse si, hai ragione, dovevo passare da tutto per diventare la persona di adesso, quella capace di sentire quello che vuole. E io voglio rimanere come sono ora, col sorriso, tranquilla e in equilibrio e con il futuro da pensare e costruire o anche solo da provare a arrangiare che le cose perfette, le persone perfette e gli obiettivi scritti non esistono. Ci arrivi a capirlo e a un tratto respiri a pieni polmoni. Tipo quando sei sulla spiaggia e c'è vento.

Adesso il foglio bianco ce l'ho e un po' di equilibrio anche. Non a caso martedì a yoga l'albero mi è riuscito benissimo. Per anni invece ero caduta sempre.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il foglio bianco non ce l'avrai finché non prenderai in mano la tua vita davvero.
Buon per te che sei tranquilla in equilibrio e rinnovata, solo non voltarti a guardare le macerie che ti sei lasciata alle spalle.